La mia valvola

Nella vita si hanno poche occasioni per scegliere e per sentirsi liberi, e io qui voglio essere libero.

martedì 7 agosto 2012

Contradizioni bibliche

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lunedì 4 giugno 2012

Clerico-fascismo


Dopo aver letto una dichiarazione di Benedetto XVI a Milano, ho deciso di scrivere qualcosa su un tema che ho casualmente approfondito in questi giorni, e cioè il legame tra fascismo e Chiesa cattolica.
Quando Mussolini nel 1919 fondò i “Fasci di combattimento” era totalmente lontano dalle posizioni della Chiesa, era infatti un ateo e anticlericale. Disprezzava i dogmi religiosi, e definì addirittura Dio “un parto dell'ignoranza”!
Tutto ciò venne rinnegato da Mussolini il 21 Giugno del 1921 in un discorso dove disse cose di questo tipo: <<Ricordo ai popolari che nella storia del fascismo non vi sono invasioni di chiese, e non c'è nemmeno l'assassinio di quel frate Angelico Galassi, finito a revolverate ai piedi di un altare. Vi confesso che c'è qualche legnata (commenti) e che c'è un incendio sacrosanto di un giornale, che aveva definito il fascismo una associazione a delinquere. (Commenti, interruzioni al centro, rumori). Il fascismo non predica e non pratica l'anticlericalismo. Il fascismo, anche questo si può dire, non è legato alla massoneria, la quale in realtà non merita gli spaventi da cui sembrano pervasi taluni del Partito Popolare. Per me la massoneria è un enorme paravento dietro al quale generalmente vi sono piccole cose e piccoli uomini. (Commenti, si ride). Ma veniamo ai problemi concreti. Qui è stato accennato al problema del divorzio. Io, in fondo in fondo, non sono un divorzista, poiché ritengo che i problemi di ordine sentimentale non si possono risolvere con formule giuridiche; ma prego i popolari di riflettere se sia giusto che i ricchi possano divorziare, andando in Ungheria, e che i poveri diavoli siano costretti qualche volta a portare una catena per tutta la vita. Siamo d'accordo con i popolari per quel che riguarda la libertà della scuola; siamo molto vicini ad essi per quel che riguarda il problema agrario, per il quale noi pensiamo che, dove la piccola proprietà esiste, è inutile sabotarla, che dove è possibile crearla, è giusto crearla, che dove non è giusto crearla perché sarebbe antiproduttiva, allora si possono adottare forme diverse, non esclusa la cooperazione più o meno collettivista. Siamo d'accordo per quel che riguarda il decentramento amministrativo, con le dovute cautele: purché non si parli di federalismo e di autonomismo, perché dal federalismo regionale si andrebbe a finire al federalismo provinciale e così via di seguito, per una catena infinita, l'Italia ritornerebbe a quella che era un secolo fa.>> oppure <<Se, come diceva Mommsen, venticinque o trenta anni fa, non si resta a Roma senza una idea universale, io penso e affermo che l'unica idea universale che oggi esista a Roma, è quella che si irradia dal Vaticano. Sono molto inquieto quando vedo che si formano delle Chiese nazionali, perché penso che sono milioni e milioni di uomini, che non guardano più all'Italia e a Roma. Ragione per cui io avanzo questa ipotesi; penso anzi che, se il Vaticano rinunzia definitivamente ai suoi sogni temporalistici - e credo che sia già su questa strada - l'Italia, profana o laica, dovrebbe fornire al Vaticano gli aiuti materiali, le agevolazioni materiali per scuole, chiese, ospedali o altro, che una potenza profana ha a sua disposizione. Perché lo sviluppo del cattolicismo nel mondo, l'aumento dei quattrocento milioni di uomini, che in tutte le parti della terra guardano a Roma, è di un interesse e di un orgoglio anche per noi che siamo italiani.>>
Dopo questo discorso l'allora cardinale Ratti, futuro Pio XI, eclamò che Mussolini <<fa rapidi progressi, e con la sua forza elementare abbatterà tutto ciò che gli sbarra la strada.Mussolini è un uomo meraviglioso , un neoconvertito>>

In effetti il feeling tra Pio XI e Mussolini sarà una caratteristica di tutto il rapporto tra fascismo e Chiesa cattolica, e il quale fu percepito da Mussolini in anticipo il quale dichiarò che con Pio XI i rapporti tra Italia e Vaticano sarebbero migliorati.
Pio XI sembrava apprezzare molto infatti se non il fascismo per lo meno il suo capo, che venne definito più e più volte “uomo della provvidenza”, e di cui apprezzava molto il militarismo, tanto da inaugurare la tradizione per la quale le truppe di stanza a Roma passano dal papa che li riceve e celebra una messa per loro. Lo stesso Pio XI disse che Mussolini aveva “portato pace e vantaggi a questo paese (Italia)” . E' lecito però domandarsi se i “vantaggi” che intendeva Pio XI fossero realmente per l'Italia , e se non fossero soltanto la soluzione dell'annosa <<Questione romana>> sorta dopo il 1870 , risolta attraverso crocifissi negli edifici pubblici, aumenti delle sovvenzioni per l'edilizia ecclesiastica,dono della biblioteca di Palazzo Chigi alla chiesa, parificazione della scuola cattolica con quella pubblica e altri provvedimenti simili non ultimo il risanamento con 1,5 miliardi di lire dell'epoca, una cifra spropositata,del Banco di Roma al quale la chiesa era legata per più motivi.
Ciò che Mussolini però voleva in cambio non erano le lodi cattoliche che comunque provennero da ogni parte, persino dagli USA, ma la dittatura che fu regalata al “Duce” attraverso il ritiro del Partito Popolare, che contava all'epoca circa il 30% dei voti.
Ciò avvenne in occasione della proposta di una legge elettorale che dava un premio di maggioranza dei 2/3 del parlamento alla maggioranza relativa (purchè superiore al 25%), alla quale si opposero Sturzo e i suoi circa 100 deputati , al quale però fu ordinato, proprio in questa occasione di ritirarsi dalla politica, e segnò la vittoria elettorale del fascismo, che da qui prese in mano il potere.

Anche in occasione dell'omicidio Matteotti nel '24 la Santa Sede appoggiò Mussolini. In occasione delle celebrazioni della morte del parlamentare che aveva denunciato i brogli elettorali, le colonne dell'Osservatore romano invitavano a non dimenticarsi delle idee di quest'uomo, che non avrebbe voluto la pace, mentre alti giornali cattolici scrissero che le lacrime degli organizzatori di questa celebrazione erano “lacrime di coccodrillo”.
Dopo che Mussolini si prese personalmente la responsabilità dell'omicidio di un oppositore politico il papa pronunciò un ringraziamento verso “tutto ciò che veniva fatto per la chiesa, anche se come parziale risarcimento per danni e offese subite da molto tempo e per troppo tempo”
Dopo le leggi del fascistissime del '26 la chiesa era pronta a ricevere il compenso che le era stato promesso : i patti lateranensi.
La trattativa per questo accordo iniziò nel '25 (anche se si parla di prime trattative già nel '21) , e si concluse nel '29 , non certo senza qualche attrito. Le questione più spinose furono quella dell'educazione giovanile e quella dell' “azione cattolica”.Sulla prima Mussolini non cedette, e il papa fu costretto a sciogliere i suoi “esploratori cattolici” che confluirono nei Balilla, mentre concesse il diritto di esistenza ad “Azione Cattolica”.
Questi patti si compongono di 3 parti:un accordo internazionale, un accordo finanziario e un concordato.
Nel primo vengono fatte larghe concessioni alla chiesa, a livello economico e politico, e si sancisce con l'articolo 1 che l'Italia diventava un paese cattolico.
L'accordo finanziario fu un risarcimento per i fatti successivi al 1870 e consisteva in 750 milioni di lire più una rendita del 5% su un miliardo di lire in titoli di stato. Questo risarcimento completo, come sancisce l'articolo 2 , viene definiro dall'ex ministro del tesoro Nitti (che conosceva le finanze vaticane) “ingiustificabile”.
Il concordato faceva ampie concessioni al diritto canonico, come la parificazione del matrimonio religioso a quello civile, l'esenzione dalle tasse dei beni ecclesiastici ecc. , ma soprattutto il divieto per gli ecclesiastici di praticare attività politica.
Ciò che l'Italia ebbe in cambio fu un misero diritto a esprimere “memorie” sulla nomina di vescovi e cardinali, la riduzione delle diocesi in Italia e la chiusura definitiva della “Questione romana”.
Credo che anche ad un occhio disattento questi patti siano “Pacta iniqua” , e concedano enormi privilegi a favore dello “sconfitto”, in cambio di miseri diritti al “vincitore”.
Un'altra occasione dove la Chiesa cattolica impavidamente sostenne il fascismo ad occhi chiusi (forse non così chiusi) fu la guerra in Abissinia.
Questa venne fatta da Mussolini principalmente per la “fame di terra” dell'Italia (tanto da essere definita dal ministro Rossoni un “surrogato della riforma agraria”), terra che seppure presente in italia apparteneva a grandi latifondisti o proprio alla chiesa, e che quindi certamente non poteva essere espropriata per il bene del paese.
Così Mussolini decise di aggredire l'Etiopia , e la Società delle Nazioni condannò quasi all'unanimità l'Italia a blande sanzioni. Nello stesso momento 66 ecclesiastici firmavano un telegramma per il Duce , pubblicato sull'Osservatore romano che recitava <<L'Italia cattolica prega per la crescente grandezza della sua amata patria, che grazie al vostro governo è più unita che mai>>.
Inoltre è degno di nota il fatto che , per incitare le masse ad una guerra a cui il popolo non era così disposto, tutto il mondo ecclesiastico si spese per definire questa aggressione come giusta e necessaria, fino al papa che la definì in maniera paradossale , come “una guerra difensiva a scopo coloniale”.
Da ogni pulpito comunque i preti incitarono a fare offerte per la guerra e si resero disponibili anche a fondere le croci, e in qualche caso anche le campane come (a parole ovviamente!) fece il vescovo di San Miniato, sensibilizzando l'opinione pubblica per una guerra che sarà un fallimento per l'Italia.
In occasione della partenza per la guerra avvennero anche episodi curiosi, come la benedizioni di carri armati, aerei e navi, l'imbarcazione vicino alle bombe di ritratti della Madonna e così via, secondo la decenza cattolica.
Un episodio che però ci tengo a ricordare è quello che riguarda l'arcivescovo di Milano Schuster.
Quest'ultimo infatti, beatificato da Giovanni Paolo II, è stato ricordato pochi giorni fa da papa Ratzinger nel suo discorso a Milano (il giorno della festa della repubblica!Oltre il danno anche la beffa),dove disse
<<[...]desidero ricordare altri eccellenti Pastori più vicini a noi, che hanno impreziosito con la santità e la dottrina la Chiesa di Milano: il beato Cardinale Andrea Carlo Ferrari, apostolo della catechesi e degli oratori e promotore del rinnovamento sociale in senso cristiano; il beato Alfredo Ildefonso Schuster, il «Cardinale della preghiera», Pastore infaticabile, fino alla consumazione totale di se stesso per i suoi fedeli.[...]>>. Questo stesso Schuster non mancò in occasione della guerra in Abbisinia di benedire il duce e il suo esercito elogiandolo, e poi pronunciando una frase degna di ricordo : <<In considerazione della fatidica alleanza dell'Italia e del Vaticano, agli italiani spetta il titolo onorifico di 'collaboratori e assistenti di Dio'.Noi lavoriamo insieme a Dio in questa missione neazionale e cattolica per il bene, soprattutto in questo momento in cui sui campi di battaglia dell'Etiopia la bandiera italiana porta avanti in trionfo la croce di Cristo [...] Pace e protezione divina al valoroso esercito che al prezzo del proprio sangue apre le porte dell'Etiopia alla fede cattolica e alla cultura romana!>>
Mi chiedo dunque come sia possibile che il giorno della festa della repubblica noi permettiamo che il papa eclissi il giorno di commemorazione del nostro paese, e soprattutto lo faccia pronunciando un ringraziamento per un personaggio che a mio parere si è macchiato di una frase disumana, e che faceva parte di un'associazione, come la chiesa cattolica che ha appoggiato in maniera netta un partito che è contro il fondamento stesso della nostra costituzione. Credo che la risposta la sappiamo tutti in fondo, ma per quanto ognuno possa gridare , il brusio dell'ignoranza e degli interessi in questo paese soffocherà sempre ogni rumore, riportando tutto a quello sterile silenzio che piano piano porta all'oblio.

Ringraziare i fascisti in mondo-visione

<<[...]desidero ricordare altri eccellenti Pastori più vicini a noi, che hanno impreziosito con la santità e la dottrina la Chiesa di Milano: il beato Cardinale Andrea Carlo Ferrari, apostolo della catechesi e degli oratori e promotore del rinnovamento sociale in senso cristiano; il beato Alfredo Ildefonso Schuster, il «Cardinale della preghiera», Pastore infaticabile, fino alla consumazione totale di se stesso per i suoi fedeli.[...]>>
Queste sono parole di Benedetto XVI a Milano, due giorni fa.
 

Il cardinale Schuster è stato quello che in occasione dell'invasione fascista in Abissinia , benedisse pubblicamente Mussolini e il suo esercito a Milano, e paragonò Mussolini a Cesare, Costantino, e altri grandi imperatori, e pronunciò queste parole: "In considerazione della fatidica alleanza dell'Italia e del Vaticano, agli italiani spetta il titolo onorifico di 'collaboratori e assistenti di Dio'.Noi lavoriamo insieme a Dio in questa missione neazionale e cattolica per il bene, soprattutto in questo momento in cui sui campi di battaglia dell'Etiopia la bandiera italiana porta avanti in trionfo la croce di Cristo [...] Pace e protezione divina al valoroso esercito che al prezzo del proprio sangue apre le porte dell'Etiopia alla fede cattolica e alla cultura romana!"

Io credo che ci sia qualcosa di marcio in tutto ciò.Queste sono cose non possiamo dimenticarci, non possiamo vedere in televisione con servizi di 10 minuti sui telegiornali , un discorso fatto da quella stessa chiesa che ha appoggiato il fascismo a suo tempo, il giorno della festa della repubblica, e ascoltare il ringraziamento ad un uomo presentato come un santo, e che tra l'altro è stato anche beatificato, che ha pronunciato parole indegne per una persona umana.
Tutto ciò avviene nella più totale ignoranza degli spettatori che, in pieno rispetto del modus operandi religioso, si bevono parole del genere, senza sapere nemmeno di cosa si stia parlando.

giovedì 10 maggio 2012

Riflessione

Ieri pomeriggio preso da un terribile mal di testa ho dovuto abbandonare il mio pc, e mi sono sdraiato sul divano accendendo la televisione. Ho acceso il mio apparecchio e ho iniziato a fare zapping per tutti i canali del digitale terrestre. Non cercavo qualcosa di preciso, ma visto che mi interesso di scienza nella sua più ampia accezione, cercavo qualcosa di interessante sotto questo punto di vista, qualcosa che parlasse di un argomento di biologia, piuttosto che di matematica , geologia, chimica e chi più ne ha , più ne metta.
Ebbene ieri sono uscito sconfitto dal mio tentativo. In un numero svariato di canali non sono stato in grado di trovare una trasmissione che sia stata una di divulgazione scientifica, così ho cominciato a riflettere.
Noi viviamo in un mondo che è sostenuto dalla scienza. Grazie alle scoperte soprattutto nel campo della chimica e della medicina la nostra speranza di vita è aumentata , quasi raddoppiata nell'ultimo secolo. Grazie alle leggi della fisica messe a punto da persone che dedicano una vita alla scienza (e all'umanità) possiamo usufruire della maggior parte dei nostri apparecchi tecnologici di qualsiasi tipo. In ogni angolo di mondo che osserviamo c'è un frutto di conquiste scientifiche costate fatica e sacrifici.
Come è possibile dunque che la televisione, quella pubblica in particolare, non abbia il minimo interesse nel diffondere la cultura scientifica che ci ha portato a questo punto?
A questa domanda ovviamente nessuno sa rispondere, o per lo meno non io, però ci ho riflettuto un po' e mi sono fatto una mia idea.
La mia impressione è che l'ignoranza che ahimè in ambito scientifico è molto diffusa tra la popolazione si autorigenera, si autoprotegge. E' in questo modo che l'ignoranza genera ignoranza , la tradizione popolare conserva sè stessa. E' come se la scienza non riuscisse , per quanto usata in senso pratico, ad entrare nelle vite di tutti; è come se rimanesse solo una cornice sconosciuta in un mondo dove continua a prevalere la non-cultura, la tradizione.
Ora mi si potrà dire che sono fissato con questa cosa, che sono accanito, di parte e tante altre cose, però io voglio dare una parte di colpa alla religione. Lo dico apertamente, secondo la mia modestissima opinione, se le persone non riescono a porsi domande, a ragionare in senso critico a oziare nella loro ignoranza e a disinteressarsi della scienza affidandosi a persone che pensano per loro, è anche colpa della religione, anzi, della mentalità religiosa.
Questa è infatti una mentalità che si basa su presunte verità non dimostrate e liquida qualsiasi ignoranza o dubbio con la soluzione divina. La religione fa una cosa che è quanto più nociva per l'essere umano e per la sua intelligenza: fornisce risposte semplicissime a tutto. Poco importa se queste risposte non sono fondate, si danno per certezze, e la fede fa il resto. In questo senso essa è il miglior modo per smettersi di porsi domande, di chiedersi il funzionamente delle cose, del mondo; che senso ha d'altronde chiedersi il perchè delle cose quando già si parte dall'assunto di sapere la causa prima di tutto?
Mi si potrà argomentare che sono esistiti molti scienziati religiosi, e questo non lo metto in dubbio, ma probabilmente erano persone con una innata acutezza , acutezza che la religione non è riuscita a soffocare; erano persone alle quali non bastava la verità in scatola che ogni religione ha da svendere.
Purtroppo in Italia vige l'abitudine di essere religiosi, non la convinzione. E così di generazione in generazione si trasmette questa tradizione, che in una certa misura secondo me è deleteria per il paese. Infatti i bambini sono abituati a obbedire ai genitori senza che a questi venga spiegato il perchè, ma questo non è altro che un'abitudine culturale che ha permesso l'accelerazione dell'apprendimento educativo. Quando questi "ordini" di un genitore riguardano altre cose, ciò è vantaggioso per un bambino?
Voglio dire, finchè si dice ad un bambino "non giocare con il coltello" ciò è vantaggioso nella misura in cui il bambino se ubbidirà capirà che non deve giocare con il coltello, e se non lo farà proverà sulla sua pelle (in tutti i sensi) questa esperienza, e al primo dolore capirà che in effetti l'adulto aveva ragione.
Quando queste prescrizioni non sono però al fine educativo ma al fine conoscitivo , per me c'è una differenza sostanziale. Ad esempio, se ad un bambino lo si crescerà con l'idea di un Dio che ha creato il mondo, con l'inferno che lo aspetta se si comporta male, o il paradiso che lo attende se al contrario si comporta male, come potrà questo bambino crescere libero intellettualmente? Come fa un bambino a capire veramente come funziona il mondo quando la responsabilità dell'accadimento di un qualsiasi evento, o il suo non accadimento vengono regolarmente attribuiti ad un Dio che un bambino nemmeno vede? Io penso fortemente che tutto ciò renderà di difficile comprensione per un bambino il fatto che nella vita bisogna darsi da fare per ottenere ciò che si vuole, e che se qualcosa accade o meno la responsabilità o la mancanza è sua. Inoltre un bambino dovrebbe crescere con una prospettiva di indagine nei confronti della realtà, non con dei genitori che dispensano verità che impediscono al figlio di porsi domande e ancor di più di rispondere.
E' vero che un bambino non capirà mai fino ad una certa età che gli oggetti cadono a causa della forza di gravità esercitata dalla Terra su di noi, ma ciò non significa che dobbiamo dargli una risposta preconfezionata sul fatto, quanto dobbiamo cercare di stimolare la sua curiosità e la sua voglia di capire il mondo, cosa che per me la religione non fa.
Tutto questo sproloquio è per dire che se oggi si preferisce il grande fratello, amici, uomini e donne e tutto il resto della spazzatura che viene trasmessa in tv non solo in prima serata ma anche nelle fasce dove è più presente un pubblico infantile, è colpa del fatto che alla gente non piace pensare, non ci è abituata. Come potrebbe voler vedere un programma dove deve attivamente utilizzare il cervello per capire ciò che viene detto come in un programma di divulgazione scientifica, quando dall'altra parte ha un programma studiato per richiedere un uso totalmente passivo della televisione da parte dello spettatore? E' chiaro che non potrebbe, e allora non mi meraviglio se gli unici due programmi scientifici che io conosca sono trasmessi in orari improbabili di giorni improbabili, come la seconda serata di Domenica. Non mi meraviglio se tutte le settimane vengono trasmesse messe e funzioni su canali pubblici , se esistono canali come Tele Padre Pio, Fatima TV , TelePace ecc. facilmente accessibili a tutti, e non esista un solo canale di divulgazione scientifica. In un mondo come quello della TV dove l'auditel è sovrano perchè un canale pubblico dovrebbe trasmettere argomenti impegnati come la scienza quando può guadagnare di più assecondando le persone nella loro ignoranza? E' semplice, non può farlo, e infatti non lo fa. Nemmeno la televisione pubblica si interessa di questi fatti. Ora come ora abbiamo Rai 1,2,3,4,5, premium,sport, movie,news e altri ancora e nessuno di questi si occupa di scienza, nessuno. A me viene da pensare che abbiamo tutti il cervello atrofizzato, chi più chi meno, e che forse alla gente va bene così.